Virgin Gorda (BVI). Bellezza Magmatica. Pt2: Batoliti al sole.

Cercherò di non ripetere quanto già detto dell’isola nell’articolo Caraibi; piuttosto vorrei descrivere le bellezze di quest’isola e evidenziarne come sia intimamente legata alla natura geologica della stessa.

VIRGIN GORDA:

L’isola di Virgin Gorda è situata nel margine Nord-Est della complessa zona di faglie che forma il limite tra la placca tettonica Caraibica e quella Nord Americana. Circa 170Ma fa, la piccola Placca Caraibica, originatasi nel Pacifico, cominciò a traslare verso Est durante la fase di separazione tra Sud e Nord America; in milioni di anni questo movimento la portò nell’Atlantico dove andò a riempire lo spazio tra le due grandi placche americane. Circa 120 Ma fa la placca Caraibica cominciò a subdurre quella Nord Americana (Pindell e Barret, 1990). A seguito di questo processo iniziò l’attività vulcanica. La Placca Nord Americana, andando in profondità, subì temperature e pressioni sempre crescenti che ne portarono in fusione parziale la crosta e la litosfera, generando accumuli di magma al di sotto dalla placca superiore (Placca Caraibica). La risalita ed emersione del magma formò un arco vulcanico parallelo alla linea di subduzione, andando a generare la piattaforma di Puerto Rico e delle Virgin Islands. In questo contesto, l’edificazione degli edifici vulcanici sottomarini, i seguenti periodi di sollevamento e l’attività vulcanica esplosiva, portarono all’emersione di Virgin Gorda.

Al di là dei confini territoriali, geologicamente parlando, le Isole Vergini Britanniche, le Isole Vergini degli Stati Uniti e Porto Rico fanno parte di un unico corpo geologico, del quale Virgin Gorda, al pari delle altre isole dell’arcipelago, rappresenta la parte esposta emersa dalle acque. Una regressione marina (spostamento della linea di costa verso il mare), analoga a quelle avvenute durante le più recenti glaciazioni, farebbe emergere un ponte di terra tra le Isole Vergini e Porto Rico (Rankin 2002).

Il nome di Virgin Gorda – “Vergine Grassa” – fu attribuito all’isola da Cristoforo Colombo che, osservandola dal mare, intravide nel suo profilo la sagoma di un a donna sdraiata sul fianco, con la pancia al centro (la parte più rilevata) e le gambe e le braccia distese (rispettivamente le parti Sud ed Est).

Virgin Gorda
Sono riportati i luoghi di Virgin Gorda che sono stati citati nel testo.

La suddivisione operata da C. Colombo, nelle diverse parti anatomiche, rispecchia la diversificazione geologico/geomorfologica dell’isola, che può essere suddivisa in tre aree:

  • La Central Landmass: la parte centrale dell’isola, quella con il rilievo più alto. Le colline si innalzano direttamente dal mare andando a formare la Virgin Gorda Mountain e a culminare con Gorda Peak, la quota più alta dell’isola (414m.l.m.). La sua elevazione è sufficiente a produrre effetti climatici, generando piogge effimere ma che, grazie alle elevate pendenze dei fianchi dell’isola, sono molto energetiche ed hanno una grande capacità erosiva, portando alla formazione di un bacino di drenaggio radiale.
  • La East Peninsula: una lunga e stretta lingua di terra della quale solo i 4 picchi più alti (il maggiore è di 174 m.l.m.) riescono ad uscire dall’acqua. North Sound, che si trova in questo settore, è il fulcro dell’area, perché fornisce un porto sicuro a ridosso della penisola. Mentre la sponda Sud offre strette spiagge che si impennano subito in aspre colline anche a 50 m.l.m.
  • La South Peninsula: una larga pianura con poche colline, dove la quota maggiore è raggiunta da Cow Hill (136m.l.m.), e dove, il dilavamento prodotto dal regime torrenziale delle piogge (oggigiorno) è minimo. Questo è l’area dell’isola che ospita The Baths e Copper Mine Point.

Le differenze geomorfologiche delle tre aree rendono Virgin Gorda una delle mete privilegiate del turismo caraibico; donandole il panorama variegato ed affascinante che la contraddistingue. Quest’isola è infatti il risultato combinato della sua violenta origine magmatica e delle capacità scultoree della pioggia, del vento e del tempo; una combinazione che ha prodotto, in un’isola di pochi Km, incredibili contrasti fatti di montagne, spiagge, scogliere, valli, colline e labirinti di roccia.

Tra le diverse attrazioni che Virgin Gorda ha da offrire, sicuramente una delle più spettacolari è The Baths, l’imponente labirinto di pietra che si trova sulla South Peninsula. Un luogo particolarmente amato da arrampicatori, avventurieri in cerca di un’emozione tropicale e bagnanti in cerca di sole e relax. Ma, anche in questo caso, la bellezza del posto, è fortemente legata alla sua natura geologica. La composizione estetica di questi enormi boulder di pietra, adagiati gli uni sugli altri, che emergono dalle sabbie come relitti di un’epoca ormai dimenticata, immani cetacei spiaggiati, è possibile solo grazie alla sua peculiare storia geologica.

THE BATHS:

Per raccontare la genesi di The Baths bisogna tenere a mente che l’origine di praticamente ogni roccia presente su Virgin Gorda è magmatica, estrusiva (eruzioni) od intrusiva (plutoniti) che sia. Ma anche che il tempo passato, da quando Virgin Gorda è emersa dalle acque, è calcolato in milioni di anni; un tempo sufficiente affinché agenti atmosferici e onde apportassero enormi cambiamenti al volto stesso dell’isola. Sapendo questo è facile immaginare come le rocce effusive più antiche (basalti ed andesiti -lave-) siano state abbondantemente erose, metamorfosate e/o lisciviate, lasciando spazio al dominio dei dicchi e dei batoliti.

Da un punto di vista geologico/strutturale “The Baths” è un corpo plutonico, ossia una roccia magmatica raffreddatasi e consolidatasi all’interno della crosta terrestre. Questo tipo di roccia si forma a seguito di diverse “iniezioni” di fluidi magmatici, derivanti dalla fusione parziale della placca inferiore, e migranti nella placca superiore anche su ampia scala. Qui, questi corpi caldi, se non trovano la strada per fuoriuscire in superficie, rimangono a riposare e a raffreddarsi per milioni di anni. A seguito di sollevamenti tettonici, che portano i batoliti a quote superiori, ed agli effetti dell’erosione superficiale, che rimuove gli strati che lo coprivano, possiamo trovare questi corpi rocciosi in affioramento.

Come detto si tratta di un fenomeno su ampia scala, infatti anche se il corpo intrusivo “The Baths” ha il suo principale affioramento nel settore Sud-Est dell’isola di Virgin Gorda (nell’omonima località) nella stessa isola lo si può osservare nel settore Ovest, presso Little Dix Bay e nel settore Nord-Est, presso North Sound. Oltretutto, lo stesso, può essere seguito per una lunga distanza e lo si può individuare in diverse isole dell’arcipelago delle British Virgin Islands (Tortola, Fallen Jerusalem, Beef, Ginger and Copper).

Arcipelago delle BVI

Petrograficamente parlando il plutone “The Baths” è una costituito da una roccia granodioritica ricca in orneblenda. Ovvero una roccia simile al granito (sia per aspetto che per composizione) ma che si distingue dallo stesso per un maggior contenuto in plagioclasio e dal fatto che, all’occhio, appare più scuro, per la presenza di minerali mafici (minerali caratterizzanti le rocce di natura magmatica ricchi in ferro e magnesio e, generalmente, di colore scuro) e dell’orneblenda. Quest’ultima è un minerale costituente delle rocce magmatiche e metamorfiche, di colore scuro (dal verde al bruno), che può presentarsi sia in cristalli prismatici a sfaldatura perfetta che aghiformi; appartiene alla famiglia degli anfiboli ed è costituita da Mg, Fe, Al, Ca, Na e K (K. L. Schrecengost  2010).

La “South Peninsula” e la “East Peninsula” sono principalmente formate da granodioriti, mentre la “Central Landmass” è costituita perlopiù di tonalite (hanno la stessa composizione di una granodiorite ma con un maggior quantitativo di Quarzo e Plagioclasio, e in cui il K-Feldspato è quasi allo 0%).

Il batolite al di sotto di Virgin Gorda (VBG) ebbe origine come intrusione magmatica su larga scala, ossia un grande aggregato di singoli plutoni (sacche magmatiche successivamente raffreddatesi e solidificatesi al di sotto degli edifici vulcanici), generatisi a seguito della collisione tra la Placca Caraibica e le Bahamas tra i 30 ed i 40 Ma fa.

A seguito di fenomeni di sollevamento, e dell’attività dell’erosione, solo 36 Km2 -superficie delle BVI- risultano esposti, mentre rimangono sommersi almeno 200 Km2 dell’originale estensione (Kesler and Sutter, 1979). Proprio in questa grande estensione risiede l’eccezionalità dei boulders di Virgin Gorda; infatti nella maggior parte del mondo questi corpi sono generalmente rappresentati da pochi esemplari, di minori dimensioni e spesso disseminati in aree relativamente piccole.

Ora può apparire più chiaro come i boulders non siano il risultato di un’attività vulcanica esplosiva, ma il risultato di un lento e “silenzioso” processo avvenuto all’interno della crosta terrestre e successivamente portato alla luce dall’attività delle faglie, dell’erosione e dai sollevamenti tettonici.

Il processo di esumazione dei boulder di “The Baths” cominciò all’incirca 15 -20 Ma fa (Island Resources Foundation, 2012). I singoli blocchi si formarono durante il processo di raffreddamento del batolite, infatti il corpo caldo e dilatato, in questa fase comincia a perdere volume, ritirandosi e fratturandosi in blocchi di dimensioni minori.  In milioni di anni, questi originari blocchi, vennero erosi dagli agenti atmosferici, diventando più piccoli, rompendosi ulteriormente ed arrotondandosi; in particolare, l’effetto della pioggia, che è lievemente acida, fu quello di erodere chimicamente i minerali, producendo doccioni e solchi lì dove la roccia originaria aveva una composizione mineralogica più lisciviabile. Tutto questo servì a produrre le incredibili sinuosità e forme arrotondate dei blocchi di “The Baths”.

Per inquadrare l’estensione areale dei plutoni originariamente messi in posto, bisogna vedere  quali sono gli attuali luoghi di affioramento dello stesso o cercare indizi della sua presenza in altre località. Ad esempio, il plutone di Peter Island (in blu tratteggiato nell’immagine), che affiora sia a Peter Island che a Norman Island, è caratterizzato da livelli tonalitici, dioritici e da “muri” di rocce metamorfiche che vanno circa in direzione Nord, variando in spessore da 1 a 4 metri. I livelli tonalitici di questo affioramento contengono xenoliti di granodiorite, suggerendo che il plutone di Peter Island sia più “recente” rispetto al plutone di The Baths e che, durante la sua risalita lo abbia “tagliato” portandosi dietro alcuni relitti (xenoliti) di quello più antico. Allo stesso modo, per quanto riguarda il settore NE delle BVI, presso l’isola di Little Camanoe, sono presenti dicchi in direzione nord-sud di rocce mafiche che tagliano delle rocce granodioritiche, le quali potrebbero essere un’estensione del plutone di The Baths. L’immagine riportata presenta dei limiti tracciati ad occhio, tenendo conto dei luoghi di affioramento, ma può rendere un’idea abbastanza buona dell’area presa in esame.

Come già detto, la morfologia di questi luoghi è legata ad una stretta cooperazione tra diversi eventi e processi geologici, infatti sono le faglie a direzione NS (molto comuni n questa zona), generalmente sub-verticali e solo localmente con una componente trascorrente, in associazione ai boulder granitici, a creare i panorami e gli scenari tanto cari al turismo.

L’azione delle faglie non ha solo un effetto morfologico sul territorio, ma queste si legano anche numerosi altri fenomeni locali. Ne è un esempio Copper Mine Point, una località estrattiva del rame sull’isola di Virgin Gorda, dove il corpo plutonico è tagliato da una zona di faglie con direzione Nord-Sud. Le faglie fungono da canali preferenziali per l’infiltrazione e la risalita dell’acqua; in particolare, le acque che arrivano in profondità, aumentando in temperatura e pressione amplificano la loro capacità di lisciviare le rocce (erosione chimica, in cui gli elementi vengono portati e trasportati in soluzione), in questo modo si arricchiscono in componenti che vengono successivamente depositati quando l’acqua, durante la risalita, si raffredda e perde le capacità di solubilizzazione che aveva ottenuto alle precedenti condizioni. In questi contesti, detti di attività idrotermale, specie in presenza di rocce magmatiche, vengono a formarsi arricchimenti locali di minerali. L’arricchimento in rame (giacimento) di quest’isola è dunque da considerarsi un giacimento idrotermale, che deve la sua esistenza ai processi di alterazione-deposizione idrotermale legati alla faglia.

Alla luce di quanto detto e per dovere di completezza, vorrei riportare che, secondo alcune teorie, Virgin Gorda risulta essere parte di un unico corpo geologico (Puerto Rico-Virgin Island Platform) , una microplacca nel settore Est delle Grandi Antille. Nel tempo i limiti della microplacca, rispetto a quelli della Placca Caraibica, sono passati da un margine di subduzione ad un margine trasforme, cambiandone l’assetto geologico e, di conseguenza, il magmatismo correlato da effusivo ad intrusivo.

La grande varietà di ambienti geomorfologici presenti su Virgin Gorda è legata alle sue origini magmatiche e alla lenta attività dei processi erosivi. Montagne dai pendii scoscesi, colline, valli profonde, pianure, spiagge e baie rocciose ne delineano i forti contrasti, figli di una storia geologica unica nel suo genere.

 

Pubblicato da

gallofrancesco87

Geologo, scrittore e talvolta fotografo. Sempre viaggiatore. Mi piace condividere il pensiero e le idee.

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