Mare Nostrum – Svuotiamo il Mediterraneo

Un anno fa, nel 2018, partecipai ad un workshop con la Moleskine Foundation. Il titolo del workshop era “AtWork – I had a Dream”. Ad indirizzarci e seguirci in questa avventura artistica c’era Simon Njami, una di quelle personalità talmente definite, pur nella loro poliedricità, da essere praticamente dei caratteristi di se stessi.. una figura quasi cinematografica e perennemente con gli occhiali da sole. Oltre a Simon c’era lo staff e l’organizzazione della Moleskine Foundation (Rossella, Tania, Elena, Luca) e voglio ringraziare tutti loro in questo contesto per la bella esperienza che ci hanno permesso di vivere! A partecipare al workshop c’erano parecchi altri tra ragazzi e ragazze, con i quali ci siamo presentati ed abbiamo cominciato a conoscerci, dapprima molto superficialmente ed in seguito, anche grazie alla mediazione ed alle domande di Simon, ognuno ha iniziato a mettere a disposizione un pezzetto della propria persona e della propria interiorità. Abbiamo lavorato in comune su cosa significasse per ognuno di noi il tema del progetto “I had a dream”, all’inizio attraverso ragionamenti legati all’interpretazione della frase in sé, e successivamente lasciando uscire ciò che questa frase aveva suscitato in noi. Speranze. Passioni. Desideri. Utopie. Ognuno andando a porre il proprio particolare ed irripetibile contributo al discorso comune che andava svolgendosi giorno dopo giorno. Alla fine della prima fase di dibattito (nigredo) ogni partecipante aveva un’idea di cosa significasse “I had a dream”, non letteralmente, ma in un senso più interiore e la aveva trasformata in un progetto; in merito a questo avevamo ricevuto dei taccuini che dovevano essere la base su cui iniziare a lavorare, l’oggetto base della nostra ricerca, il piombo da alchimizzare. Anche il progetto è stato sottomesso agli altri, e ognuno ha avuto modo di arricchire, criticare o condividere il pensiero di tutti. I progetti, come giovani semi, sono cresciuti e germogliati nutriti dal gruppo, hanno preso forma, prima su carta e nelle spiegazioni, ed infine è iniziata la fase di produzione. I taccuini sono stati smembrati, incollati, trasformati… da semplici taccuini hanno iniziato a sviluppare una loro personale storia, a essere testimoni di un racconto, di un lavoro sul sé e sulla materia fino a raggiungere la loro forma finale (rubedo). L’ultimo giorno, con i nostri prodotti in mano, ci siamo ritrovati di nuovo in circolo, a raccontarci a vicenda cosa avevamo fatto, a riscoprire le nostre stesse opere, ed a trovarci anche dei significati in più rispetto a quanto non avessimo preventivato. Il lavoro sulla materia arricchisce l’idea stessa molto più di quanto non possa sembrare, incidere, segnare, aggiungere o rimuovere, sono azioni che prendono il pieno del loro significato solo nel gesto che li porta a compimento e nel momento in cui, portati a conclusione, i loro risultati interagiscono in un’unica forma. Una forma nuova, non più il prodotto dei singoli, ma la totalità di sé stessa. Una nuova lettura dell’oggetto, basata anche sull’esperienza stessa data dalla sua creazione, è ciò che porta a compimento il lavoro fatto, dandogli la sua identità definitiva e rendendolo pronto per essere messo in mostra (albedo).

L’idea che ho sviluppato in quei giorni di lavoro è stata quella che ha trovato compimento nell’oggetto: Mare Nostrum – Svuotiamo il Mediterraneo.

Un campione geologico di un futuro lontanissimo nel tempo, ma i cui sedimenti si stanno depositando in questi giorni da qualche parte a largo delle coste italiane; il quale, attraverso i processi diagenetici e l’attività orogenetica, ha avuto modo di preservare un racconto/ritratto della nostra epoca. Un campione tornato indietro nel tempo, in modo misterioso, per mostrarci cosa il registro geologico racconterà di noi e del nostro operato, senza dare un giudizio, mostrandoci ciò che di materiale ed immateriale oggi giace in fondo al Mediterraneo: oggetti, sentimenti, vite, segreti.

Una prima soddisfazione è stata vedere Mare Nostrum esposto per alcuni giorni nella Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, come chiusura del progetto. Fui poi felice di rivederlo presso La Rinascente (sede di Via del Tritone) di Roma. Ma in questi giorni è per me una grande soddisfazione sapere che, non solo è in viaggio verso New York per essere esposto all’African Center di Harlem, ma che è entrato a far parte, insieme a tutta la collezione Moleskine Foundation, delle opere presenti sulla piattaforma Google per la fruizione e la preservazione dell’arte Google Arts&Culture.

Se avete piacere di vedere Mare Nostrum lo potete da ora trovare al link:  https://artsandculture.google.com/asset/-/RAHqYAWxch64Ng?hl=en&childassetid=KwHxQMDTrnCtpA

La collezione Moleskine Foundation può essere raggiunta al link: https://artsandculture.google.com/partner/moleskine-foundation?hl=en

La piattaforma Google Arts&Culture, che consiglio vivamente di visitare, è al link: https://artsandculture.google.com/

 

Pubblicato da

gallofrancesco87

Geologo, scrittore e talvolta fotografo. Sempre viaggiatore. Mi piace condividere il pensiero e le idee.

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